LE AZIONI LEGALI DA EVITARE E QUELLE CHE SI POSSONO PROMUOVERE


 



Avvalendosi della giurisdizione degli Stati Uniti si potrebbe pervenire ad una condanna dell’emittente, come è già avvenuto con grande successo in occasione del default argentino da parte del sottoscritto unitamente ai colleghi Bassi e Lozupone, allo studio Milberg di New York. Nel caso dei bond venezuelani vi sono ostacoli, oggettivamente insormontabili, perché di natura politica, per accedere alla giustizia americana. Il mancato riconoscimento del governo attuale da parte degli USA inibisce il radicamento concreto di una qualsivoglia causa. In secondo luogo anche una eventuale sentenza di condanna, se ottenuta, diverrebbe inutilmente rilasciata perché sarebbe impossibile “eseguirla” nello stato sudamericano. Sarebbe, forse, possibile un pignoramento dei beni venezuelani negli Stati Uniti, ma essi sono già sottoposti a blocco di natura appunto strettamente politica, da parte del governo in esilio con il consenso i quello statunitense.

Stiamo approfondendo ogni profilo,ma allo stato attuale, non consigliamo alcuno di agire in quella direzione.

Le cause che abbiamo in corso di stesura non sono radicate né contro l’emittente, nè contro il paese che sarebbe, astrattamente, competente per cui non si possono fermare per motivi di diritto consuetudinario internazionale.

I soggetti passivi che citiamo in giudizio sono enti privatistici in condizioni di poter far fronte al pagamento conseguente ad una eventuale sentenza di loro condanna.

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